venerdì 19 febbraio 2010

Microstock

"Dopo il suo ritorno dall'America nel 1493, Colombo fu invitato ad una cena in suo onore dal Cardinale Mendoza. Qui alcuni gentiluomini spagnoli cercarono di sminuire la sua impresa dicendo che la scoperta del Nuovo Mondo non fosse stata poi così difficile, e che chiunque avrebbe potuto riuscirci. Udito questo, Colombo sfidò i commensali ad un'impresa altrettanto facile: far stare un uovo dritto sul tavolo. Vennero fatti numerosi tentativi, ma nessuno riuscì a realizzare quanto richiesto. Convinti finalmente che si trattasse di un problema insolubile, i presenti pregarono Colombo stesso di cimentarsi nell'impresa. Questi si limitò a praticare una lieve ammaccatura all'estremità dell'uovo, picchiandolo leggermente contro il tavolo dalla parte più larga, e l'uovo rimase dritto. Quando gli astanti protestarono dicendo che lo stesso avrebbero potuto fare anche loro, Colombo rispose: «La differenza, signori miei, è che voi avreste potuto farlo, io invece l'ho fatto!»."


Tutti coloro che stanno leggendo questo post almeno una volta si sono domandati se sia possibile "campare" di fotografia. E come voi molti altri appassionati, tanto che fioriscono dibattiti, conferenze su come si stia trasformando la fotografia, su cosa richieda il mercato, quali le prospettive future per i fotografi (giovani e non).
Per fortuna ogni tanto qualcuno con qualche idea nuova, originale, giovane e innovativa si trova, che riesce a staccarsi dal pessimismo e dalla tristezza che pervade i professionisti e gli addetti del settore.
Sto parlando di persone come Luca Pianegiani che, con il suo solito spirito propositivo, lunedì 8 febbraio si è preso la briga (..e qualche insulto) di spiegare il mondo del microstock, inteso come la nuova frontiera della vendita online delle proprie foto.
Parliamo di un fenomeno che porta con sè volumi di vendite dell'ordine di una foto al secondo!! ;-)
Di contro, il valore di una foto qualitativamente e stilisticamente molto elevata può arrivare a valere massimo 15-20 euro!!! :-(
E allora?
E allora vi allego una presentazione ("per un pugno di dollari") davvero ben fatta (ringrazio Luca e Jumper per la gentile concessione), con numeri ed esempi, per capire il microstock che, pur orfana delle affascinanti parole di Luca, dovrebbe darvi un'idea di come è organizzato un nuovo mondo che si sta sviluppando ORA intorno a noi, che può far guadagnare anche 1.400.000 dollari all'anno, e che valuta le nostre opere qualche euro (in media da 1 a 5 euro).
Ognuno darà il suo personale giudizio a questo sistema.
L'importante è capire che esiste, c'è, e la maggior parte dei nostri "clienti" ne fa un uso sempre maggiore.
Credo sia stupido fermarsi e negarne l'esistenza. Volerlo capire e saperci investire forse per qualcuno potrebbe rivelarsi un uovo di Colombo: «La differenza, signori miei, è che voi avreste potuto farlo, io invece l'ho fatto!»
A presto.
Ale

3 commenti:

  1. se ne parlava giusto qualche giorno fa e a dire il vero non sono giunto ad una conclusione.... è un po' come dire: 'il fine giustifica i mezzi', ma così il lato artistico ci perde molto. Come risolvere la questione? Ci vorrebbero due vie per le foto commerciali e per quelle artistiche, ma poi chi giudica il valore di una foto?
    Rimango con i miei dubbi!!

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  2. cri ci lavora ... mi dice che le foto che si comprano nei cataloghi on-line a pochi euro sono foto di relativa qualità artistica mentre quelle di fotografi "rinomati" e di alto valore estetico, immagini di life style per esempio, possono costare anche 300 euro a foto ... poi quanto prende il fotografo non lo so! se è giusto non lo so, forse (mamma mia!!!) sono daccordo con raffaele! sui due canali voglio dire. a stabilire il valore è il fotografo stesso ... non credo, correggetemi se sbaglio, che ogni foto nasca dalla musa poetica, credo che dietro molti scatti (penso ad esempio al settore del food o commerciale in generale) ci sia mestiere. poi come in tutte le cose mestiere di talento, di tecnica, di tecnica e talento ... dico queste cose da profana, che ne pensate?

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  3. Giustissima la considerazione sui due canali: chi fa fotografia d'arte non si sogna nemmeno di entrare nel mercato in maniera concorrente, o si chiede quanto vale la sua foto.. Per lui quella è la sua arte a prescindere, se poi piace può sperare in una publicazione o una mostra..
    Se invece si guarda il lato commerciale della fotografia, le cose cambiano molto.. bisogna adattarsi al mercato, cercare nuove leve, capire cosa vuole il mercato: non cosa vuoi tu! Spesso quello che vogliamo o ci piace è poco commercialbile.
    I Grandi Maestri riesco a vendere belle immagini a prezzi decenti.. ci sono prodotti commerciali che si possono ancora permettere queta politica. Ma il numero sta progressivamente diminuendo.. Ad esempio nell'editoria/giornalismo (enorme bacino di utenza per fotografie commerciali) vanno molto le "fotostock", anche semplicemente perchè i margini di spesa sono sempre più bassi.
    Un dato che mi ha fatto riflettere è che importanti riviste stanno scomparendo a favore di testate minori o di bassa qualità: questo (positivo o negativo decidetelo voi) è l'effetto "posso avere molto a poco", che in grande scala fa il mercato.
    Provocazione: scrivete su youtube "Yuri Arcus tour"..poi ne discutiamo! ;-)

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